róccu s.m. fuscello, rocchio. Su pizzinnu fid isforrighinendhe cun unu roccu sa tana de sa frommija il bimbo sfruconava con un fuscello la tana delle formiche. | No haer in domo mancu unu roccu ’e linna non aver a casa neanche un fuscello. | Appunziare roccos aguzzare fuscelli, operazione vile. No ischit pius de appunziare roccos non sa far altro che aguzzare fuscelli. | Giogare a roccos baloccarsi con fuscelli, come fanno i bimbi. Quindi al fig. Cummegus, cun isse no giogas a roccos con me, con lui non hai da fare con un bimbo. | Roccu è anche un cavicchio infisso nel muro per appendervi qualche cosa. Fusile, canistreddhu, sedattaiola, saltàina appiccados a su roccu fucile, canestro, stacciaiola, padella appesi al cavicchio. | È anche un ramo forcuto internato nel muro della mandra delle vacche al quale si legano le vacche stesse per la mungitura quando fossero troppo vive → arroccàre. | Roccu è anche il palo che si ficcava in mezzo all’aia e al quale si legavano le funi delle cavalle e delle altre bestie adoperate per la trebbiatura. Roccu de arzola, broccu, fustelarzu, palu. | È anche il palo o bastone che si ficca in terra sui mondezzai per indicare il luogo dove si devono buttar le spazzature. Han bandhidu chi si devet frundhire s’algia in su roccu han dato il bando che si debbono buttare le immondezze dove sta il segno. | È anche un piuolo che si adopera per far il buco in terra per la seminagione delle fave, dei fagioli e simili. Semenare a roccu piantare col piuolo. | È anche un grosso piuolo ficcato in terra nei porcili a cui vien legato il maiale.